Il 30.11.2021, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato la nota n. 18244, un corposo documento con cui la Direzione Generale del predetto Ministero ha fornito risposta a una serie di quesiti sulla disciplina degli Enti del Terzo Settore (di seguito solo “ETS”). In particolare, oggetto del presente contributo sarà rappresentato dai chiarimenti resi dal Ministero circa la possibilità per gli ETS costituiti in forma associativa di prevedere nei propri statuti categorie di soci con diritti limitati, specialmente ove tali limitazioni siano atte a determinare ripercussioni negative sul diritto di voto e sulle tematiche collegate concernenti il c.d. elettorato attivo e passivo. Merita anzitutto evidenziarsi che ai sensi dell’art. 25, co. 2 del Codice del Terzo Settore (di seguito solo “c.t.s.”) i principi di democraticità, pari opportunità e uguaglianza di tutti gli associati sono principi inderogabili, con conseguente obbligo per tutti gli ETS costituiti in forma associativa di assicurare a qualunque associato, indipendentemente dalla suddivisione della base associativa in “categorie” differenziate tra loro – cosa di per sé lecita -, la possibilità di partecipare, in condizioni di parità, alla definizione degli indirizzi associativi e alla composizione degli organi sociali. Pertanto, atteso altresì il tenore dell’art. 24, co. 2 c.t.s., a mente del quale “ciascun associato ha un voto”, l’assunto per cui solo taluni associati potrebbero godere della pienezza dell’elettorato attivo è da ritenersi integralmente contrario ai principi sanciti del c.t.s. Invero, sul punto il Ministero si era già pronunciato incidenter tantum con la nota n. 1309 del 6.2.2019 ritenendo che l’Ente che prevede l’ammissione di soci minorenni - i quali sono per definizione privi della capacità d’agire - non possa escluderli dal diritto di partecipare alle deliberazioni comuni, anche per il tramite dei soggetti investiti della responsabilità genitoriale, laddove ciò non potrebbe che configurarsi come una evidente lesione del loro “status” di soci. Peraltro, evidenzia il Ministero, un’eventuale riduzione dei diritti associativi non potrebbe farsi discendere nemmeno da una partecipazione non assidua alle attività sociali giacchè i diritti di partecipazione alle iniziative degli ETS sottintendono necessariamente la facoltà di astenersi temporaneamente ovvero di scegliere liberamente l’intensità e la frequenza della propria partecipazione alla vita associativa. Con riferimento, poi, al tema dell’elettorato passivo, il documento in esame precisa che “il principio di uguaglianza deve essere contemperato, secondo criteri di ragionevolezza, con il possesso dei requisiti che consentano al candidato di svolgere l’incarico per il quale viene eletto”. In tal senso, quindi, il Ministero risponde all’interpello rivoltogli affermando che le previsioni statutarie con cui vengano previsti requisiti o situazioni ostative all’assunzione di un incarico all’interno della compagine associativa, ove improntati al rispetto dei canoni di ragionevolezza, proporzionalità, adeguatezza, non determinano una limitazione dei diritti dei soci, bensì costituiscono previsioni finalizzate a permettere il miglior assolvimento dei compiti e delle funzioni connesse all’incarico, dovendoli, dunque, ritenere circostanze inidonee a determinare una concreta lesione del principio di uguaglianza e pari opportunità tra gli associati. Ebbene, secondo quanto si apprende dal documento esaminato, per il Ministero è lecito creare una differenziazione tra categorie di soci (ad esempio qualora ciò sia funzionale a garantire un maggior impegno degli appartenenti a tale categoria rispetto alla generalità degli associati con un supporto economico maggiorato rispetto alla quota associativa ordinaria ovvero allorquando ricorrano tipologie di attività che necessitano di una qualifica o un titolo professionale per essere svolte) purché ciò non comporti in capo a chi non vi appartenga ovvero agli altri associati alcuna limitazione o compressione concreta dei diritti che garantiscono a tutti gli associati di partecipare alle decisioni nonché di concorrere alla determinazione degli indirizzi da adottare e alla governance dell’Ente stesso.